Ti raccontiamo una storia. A metà del XIX secolo, gli ascensori assomigliavano più a quelli trainati dall’elefante di Tarzan nei film di Johnny Weissmüller che a quelli che conosciamo oggi. Se la corda che sollevava gli ascensori si rompeva, non c’era nulla che impedisse loro di cadere nel vuoto con tutto il suo carico e le sue conseguenze letali. È in questo contesto che Elisha Otis (sì, quello degli odierni ascensori Otis) fece la sua comparsa nel 1852.

Otis non inventò l’ascensore, un’invenzione nota fin dall’antichità. Ha inventato qualcosa di forse ancora più importante: il sistema di sicurezza che è servito a far schizzare alle stelle il business degli ascensori e quindi a far strada alla costruzione dei grandi grattacieli. Installò delle barre verticali nel vano dell’ascensore e utilizzò un freno di sicurezza in grado di attivarsi automaticamente in caso di rottura della fune, rallentando istantaneamente la caduta della piattaforma. Non sorprende che la sua soluzione sia stata accolta con scetticismo e non abbia ottenuto molti seguaci. Nel 1853, Elisha Otis affittò il terreno del Crystal Palace del Centro Esposizioni di New York e radunò una folla, davanti alla quale eseguì una spettacolare dimostrazione del suo apparato di sicurezza. Costruì un silo aperto sul pavimento del recinto attraverso il quale un ascensore poteva salire e scendere in piena vista di tutti. Entrò nell’ascensore, lo sollevò a un’altezza di circa tre piani e con un’ascia tagliò la corda a cui era appeso. Il pubblico urlò. La piattaforma è crollata. Ma in pochi secondi i freni di emergenza si attivarono e impedirono all’ascensore di cadere, tra lo stupore del pubblico. Ancora vivo e vegeto, Otis guardò la folla sconvolta e annunciò: “Tutti salvi, signori. Tutti salvi”. Per gli esperti di comunicazione, questo è stato il più efficace discorso da ascensore della storia.

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